Descrizione
La Chiesa, che si trova in Borgo Covergnino, era collegata a un monastero, all’origine francescano e successivamente “sub regimine fratrum Servorum della Scala Veronae, quam inhabitant duo fratres, unus sacerdos et alter conversus”. La chiesa viene citata nella Visita Pastorale di Gian Matteo Giberti del giugno 1530. Il piccolo nucleo di frati che diedero vita e che animarono il relativo borgo, s’insediarono in un contesto extra moenia, quando la città murata non si era ancora data l’attuale conformazione e il perimetro di mura possente. La Chiesa, sorge nella seconda metà del XII secolo. Viene costruita nelle linee architettoniche proprie del tempo, con un’aula unica centrale, un’absidiola, gli elementi essenziali per il culto. Passa dai Francescani ai Serviti. Di loro abbiamo notizie della costruzione di una cantina e della morte, nella manzoniana peste del 1630, di un esponente della comunità. I frati facevano periodicamente la questua, e qui a Soave, in particolare, raccoglievano offerte in cereali e uva. Dietro l’altare maggiore vi era una statua lignea della Madonna, con alla base dipinti San Pietro e Sant’Andrea e nel mezzo l’Ecce homo. Gli annali dei serviti confermano che tale statua era famosa per i miracoli compiuti. I mutili affreschi, che ancora oggi si possono ammirare, sono attribuiti al Giolfino di Verona, rappresentano: l’Ultima cena, San Giovanni Battista, San Lorenzo. Tutta la chiesa era affrescata: il tempo ne ha deturpato irrimediabilmente le sembianze originarie. Spesso ha subito deleterie inondazioni nella parte inferiore.
Nella facciata si nota un bassorilievo rappresentante San Giorgio a cavallo, nell’atto di uccidere il drago, sottostante è posto uno scudo con uno stemma. Vi è anche un braccio di frate che tiene in pugno tre fusi: allude sicuramente all’arte della lana che veniva esercitata dai laici dell’Ordine com’era nella tradizione medievale e della prima epoca moderna. Tale arte veniva esercitata per il mantenimento anche economico della comunità monasteriale e laicale.
Nella chiesa, si scorge in alto una costa di un animale preistorico, quasi certamente recuperata nei pressi di Soave, facente parte di un patrimonio paleontologico ancora da scoprire integralmente nonostante le ricerche e pubblicazioni sull’argomento.
Il convento viene soppresso nel XVIII secolo dalla repubblica di Venezia.